CasaLeopardi 

PALAZZO LEOPARDI


Via Leopardi, 14

 

Nel XVII secolo l'architetto Carlo Orazio Leopardi riunificò due palazzi esistenti e ideò l'elegante facciata con i balconi che guardano verso mezzogiorno. All'interno, dove a tutt'oggi vivono i discendenti del poeta, si può accedere alla preziosa e ricchissima Biblioteca, nella quale sono conservati più di 20.000 volumi, ivi raccolti e ordinati dallo stesso Monaldo Leopardi, padre di Giacomo, oltre una vasta raccolta di documenti, manoscritti e ricordi. Vi si accede salendo un ampio scalone del Settecento, anch'esso costruito dall'architetto Carlo Orazio Leopardi. Sulle pareti sono murati alcuni reperti archeologici raccolti dal padre del poeta.

CentroStudiLeopardiani

CENTRO NAZIONALE DI STUDI LEOPARDIANI


Via Monte Tabor, 2

 

Costruito alla fine degli anni Trenta su progetto di Guglielmo de Angelis d'Ossat con uno stile architettonico oggi rivalutato, è sede di continue manifestazioni culturali di livello internazionale, convegni, seminari, conferenze. Dal Centro sono partiti il progetto "Leopardi nel mondo" e la costituzione del Centro Mondiale della Poesia presieduto da Mario Luzi. Si può visitare un originale museo didattico-artistico dedicato alla vita, ai luoghi, ai personaggi e alle città di Giacomo Leopardi. Al Centro Studi sono conservati il Ritratto del Poeta, dipinto da Domenico Morelli, la maschera di morte, calco in gesso del volto del poeta defunto, manoscritti e numerose opere dedicate da artisti italiani e stranieri a Giacomo Leopardi.

ColleInfinito

COLLE DELL'INFINITO E CENTRO MONDIALE DELLA POESIA E DELLA CULTURA


(ex convento di Santo Stefano)


Monte Tabor e Via Santo StefanoÈ la sommità del Monte Tabor da cui si domina un panorama vastissimo, ispiratore dell'omonimo idillio composto da Leopardi a 21 anni. Il colle era meta delle passeggiate di Giacomo che vi accedeva direttamente dal giardino di casa, passando attraverso l'orto del convento di Santo Stefano. Attualmente è aperto al pubblico come sede del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura G. Leopardi. Una stradina tra il verde conduce lungo il muro di cinta di Casa Leopardi; in una casetta di fronte al giardino, d'inverno abitava Nerina, figura centrale delle Ricordanze. Un'esedra, emiciclio verde di fronte ai monti azzurri, segna l'inizio del Parco Letterario "Giacomo Leopardi"; il viale interrotto da scalinate conduce nel cuore dei luoghi leopardiani tra il verde e squarci di cielo. La salita conduce al Sacello, ricomposizione simbolica di elementi architettonici e significati letterari che, nella sua concezione aperta, diviene urna non del corpo del Poeta ma della sua memoria. Tre sono i principali elementi di cui si compone il sacello: il cemento, l'acqua e le pietre, che acquistano, inseriti in questo contesto, significati simbolici. Le pietre di cui si compone il sacello provengono dalla originaria tomba di Giacomo Leopardi, situata nel pronao della Chiesa di San Vitale Fuorigrotta a Napoli.

PalazzoAnticiDettaglio

PALAZZO ANTICI-MATTEI

Via Antici, 7

 

Casa natale della marchesa Adelaide Antici, madre di Giacomo Leopardi, e nella cui Galleria avvenne il matrimonio con Monaldo. L'edificio, risalente al XVI secolo, è caratterizzato da linee semplici ed eleganti; le iscrizioni in latino sugli architravi delle finestre richiamano il lustro della famiglia, prima "Antiqua" e poi "Anticia". Nell'edificio è custodito tra l'altro un importante archivio, in parte proveniente per eredità dalla famiglia romana dei Principi Mattei, cui apparteneva il cardinale Carlo Mattei, il quale siglò con Napoleone l'importante trattato di Tolentino. Da questa casa uscirono illustri uomini d'armi, di lettere e di fede, come i cardinali Tommaso e Ruggero, Rinaldo, capitano dei crociati, e il marchese Giulio, al cui nome è legata l'amministrazione della città di Recanati per circa venticinque anni. Di fronte all'ingresso del palazzo, il cardinale Tommaso Antici fece costruire una scuderia, ornata di un tipico prospetto con alcune statue e busti provenienti dal circo Flaminio di Roma.

PalazzoCasapiccola

PALAZZO DALLA CASAPICCOLA


Piazzale Gioberti, 2

 

Palazzo nel centro storico di Recanati: la parte centrale, rimasta intatta, fu edificata nel 1600, le ali laterali furono trasformate nel 1800. Fu costruita allo scopo di ospitare cardinali e alti prelati che da Roma si recavano in pellegrinaggio verso il Santuario di Loreto. I saloni del piano nobile hanno i soffitti splendidamente affrescati con scene mitologiche e grottesche. In quello principale si possono ammirare un camino in pietra del Settecento e un raro fortepiano a coda realizzato a Vienna e datato 1840. Dal bel giardino settecentesco nel cortile interno si può ammirare il Colle dell'Infinito.

PalazzoMazzagalli

PALAZZO MAZZAGALLI

Via Roma, 4

 

Costruzione in mattone cotto, con ornamenti in pietra; si è incerti se attribuire il disegno, che risale alla fine del Quattrocento, a Giuliano da Majano o Luciano Laurana. Lo stemma che sovrasta il portone è dei Massucci della Stella, una delle più antiche e importanti famiglie nobili, ora estinta.

PalazzoCeccaroni

PALAZZO CECCARONI

Via Roma, 14

 

Settecentesco palazzo, già Massucci, costruito su edifici trecenteschi su disegno dell'architetto Carlo Orazio Leopardi. Fu l'abitazione del grande ceramista recanatese Rodolfo Ceccaroni.

Portamarina

PORTA MARINA

Via XX Settembre

 

Fu ricostruita in sostituzione dell'antica "Porta a Mare" in occasione della visita di Papa Pio VI nel 1782, su disegno dell'architetto Francesco Ciaraffoni di Jesi. Il busto bronzeo del Papa, fatto da Giuseppe Valadier, e le iscrizioni in oro furono depredate dai francesi durante l'assedio della Città. Lo stemma dei Braschi fu invece abbattuto nel 1860. Recentemente sono state restaurate le antiche porte in legno dell'epoca. Ai lati si possono ammirare i due posti di guardia nei quali risultano evidenti, oltre ai piccoli camminamenti, bocche di fuoco laterali.

PalazzoRoberti

PALAZZO ROBERTI

Via Calcagni, 19

 

È uno dei palazzi più belli della città, appartenuto alla famiglia dei marchesi Roberti, ora Carancini. Il prospetto fu rifatto nel 1719 da Ferdinando da Bibbiena, in cotto e con decorazioni in travertino. Sempre del Bibbiena è il disegno dell'atrio d'ingresso e della maestosa scala, la più ampia e tra le più belle che si possano vedere a Recanati.

CasaMalpeli

CASA MALPELI

Via Calcagni, 13

 

Edificio del Quattrocento. Caratteristici i quattro archi murati in cotto.

PalazzoVenieriint

PALAZZO VENIERI

Via Cavour, 53

 

L'edificio fu fatto erigere dal Cardinal Venieri su disegno di Giuliano da Majano, il quale diresse anche i lavori di costruzione. Il palazzo, situato sul punto più alto della zona centrale di Recanati e a cavallo delle mura urbiche, fu concepito come una costruzione a metà tra residenza e castello urbano. Nell'agosto del 1497 la morte del cardinale pose fine ai lavori del palazzo, che rimase così incompiuto. Nel XVIII secolo i nuovi proprietari ripresero i lavori e il palazzo assunse un nuovo aspetto, quello che conserva tuttora: venne innalzato un altro piano e le logge e gli archi del portico, con colonne in pietra d'Istria e raffinati capitelli con lo stemma cardinalizio, vennero chiusi nella facciata. Il cortile interno, che conserva ancora il disegno originale, si apre ad ali sul paesaggio collinare seguendo un modello che si riscontra frequentemente nelle architetture rinascimentali marchigiane; un arco-balcone si affaccia sulla fascia costiera e sopra di esso spicca un orologio con l'iscrizione «Volat irreparabile tempus». A Palazzo Venieri furono ospiti due Papi, Paolo III nel 1539 e Pio VII nel 1814. Con questo palazzo Giuliano da Majano sperimentò la soluzione che poi rimise in atto con la Villa di Poggioreale costruita per Alfonso d'Aragona a Napoli. Di fronte al palazzo una delle zone verdi della città, i giardini pubblici, che si snodano su tre livelli e aprono un vasto sguardo sull'Appenino e l'entroterra marchigiano.

TeatroPersiani

TEATRO PERSIANI

Via Cavour

 

Inaugurato nel 1840, fu fortemente voluto dal gonfaloniere Monaldo Leopardi, grande appassionato di rappresentazioni, in sostituzione del vecchio che era presso il Palazzo Comunale. L'architetto Tommaso Brandoni per il progetto si ispirò ai moderni teatri del tempo. La sala presenta la curva a ferro di cavallo e quattro ordini di palchi. Il boccascena è architravato e sorretto da binati di paraste decorate, culminanti in coppie di mensoloni a modiglione. L'apparato decorativo venne dipinto dai sangiorgesi Saverio ed Eusebio Basili; il plafone, raccordato con lunette dipinte a trompe-l'œil, venne affrescato dal riminese Marco Capizucchi e rinnovato nel 1870 dai recanatesi Luigi Basvecchi e Lorenzo Urbani; la scenotecnica venne curata dal maceratese Gaetano Ferrari mentre le scene fornite dal celebre pittore e scenografo di Faenza, Romolo Liverani. Il teatro è intitolato a una delle glorie di Recanati, Giuseppe Persiani, fra gli operisti più in voga della prima metà dell'Ottocento. La consacrazione come operista gli venne con «Danao re d'Argo» (1827) su libretto di Felice Romani, definita "geniale" dallo stesso Giacomo Leopardi in una lettera al fratello Carlo. La grande fama gli arrivo nel 1835 con l'opera «Ines de Castro», su libretto di Salvadore Cammarano, che raccolse consensi non solo in Italia ma in tutta Europa. Al secondo piano del teatro è ospitato il Museo dedicato a Beniamino Gigli, in cui sono raccolti costumi di scena, partiture musicali, documenti, dischi e altri ricordi del grande tenore.

PiazzaeComune

PIAZZA GIACOMO LEOPARDI E PALAZZO COMUNALE

Piazza G. Leopardi

 

Il secondo centro artistico-culturale di Recanati è la piazza intitolata a Giacomo Leopardi, con il neoclassico Palazzo Comunale, costruito alla fine dell' Ottocento in occasione del primo centenario della nascita del poeta, su progetto di Pietro Collina. L'Aula Magna, nella quale risuonò il discorso commemorativo di Giosuè Carducci nel 1898 e dove è tuttora conservato il pianoforte di Beniamino Gigli, fu decorata dall'architetto Gaetano Koch, stesso autore del palazzo della Banca d'Italia a Roma. D'interesse all'interno del Palazzo Comunale sono anche la Sala di Rappresentanza con il busto del Poeta eseguito da Giulio Monteverdi, la Sala degli Stemmi con le insegne delle città che parteciparono al primo Centenario Leopardiano del 1898 e l'Aula Consiliare decorata da Matteo Tassi.Il Palazzo Comunale ospita altresì Il Museo della Chitarra "Oliviero Pigini", le Sale Leopardiane, dove possono vedersi antichi carteggi e lettere del giovane Giacomo e dei suoi amici e parenti e inoltre quadri, cimeli e perfino reliquie donate da Beniamino Gigli. Al centro della piazza è posto il monumento del poeta eseguito da Ugolino Panichi mentre nel lato sud svetta la Torre del Borgo, torre ghibellina la cui primitiva costruzione, simbolo della fusione in un unico Comune degli antichi castelli, risale al XII secolo. Sui lati di questa costruzione spiccano il leone rampante nello stemma cittadino, scolpito da Jacopo Sansovino, lo stemma della città di Fermo, regalato ai recanatesi nel XIII secolo in segno di alleanza, il bassorilievo bronzeo di Pier Paolo Jacometti raffigurante la Traslazione della Santa Casa di Loreto (1634), un orologio, il cui quadrante in pietra bianca risale al 1562 e la targa ai caduti di Guido Cirilli (1923).

Dal 6 febbraio 2011 è attivo in Piazza Giacomo Leopardi il servizio pubblico di Wi-Fi. Connessione ADSL gratuita per tutti.

PalazzoGalamini

PALAZZO GALAMINI


Piazza G. Leopardi, 10

 

L'edificio fu originariamente proprietà della famiglia del Cardinale Agostino e poi passò agli eredi Carancini. Nella sua struttura son ben visibili tracce di architettura cinquecentesca; il portale venne rifatto nel Settecento. Nel cortile è segnalato un capitello a foglie di giglio del XIII secolo.

 

PALAZZO PODALIRI


Corso Persiani, 7

 

All'interno è presente una sala decorata con affreschi di scuola romana del XVI secolo. La facciata fu rifatta nell'Ottocento su disegno di Carlo Orazio Leopardi. Interessanti gli infissi che si affacciano su Corso Persiani.

Palazzo-Luciani-Bambini

PALAZZO LUCIANI - BAMBINI

Corso Persiani, 36

 

Il prospetto, pur avendo subito alcune modifiche, conserva tuttavia il suo stile cinquecentesco. Sotto le finestre è scolpita la data "anno 1514". Durante il Governo pontificio fu sede del Governatore della città, che nel piano nobile teneva il suo tribunale. Il disegno fu eseguito da Cassiano da Fabriano.

PortaSanFIlippo

PORTA SAN FILIPPO

Via Porta San Filippo

 

Questa porta ghibellina fu parzialmente restaurata nell'Ottocento dall'ingegnere Collina. I caratteri medioevali sono ancora ben riconoscibili: la porta è formata da un grosso torrione con beccatelli a sporto e una cortina di difesa tagliata da una grande apertura.

CasaBruglia

CASA BRUGLIA


Corso Persiani, 77

 

Di particolare valore storico e architettonico, il quattrocentesco palazzo presenta linee semplici ed eleganti, con decorazioni in terracotta sulle finestre. Fu sede della Congregazione di Carità.

PalazzoBenedettucci

PALAZZO BENEDETTUCCI

Corso Persiani, 44

 

Già Melchiorri, fu casa natale di Nicola Badaloni. Qui ha sede la Biblioteca "Padre Clemente Beneddettucci" che conserva oltre 45.000 volumi, incunaboli, manoscritti, rare e preziose stampe che si riferiscono esclusivamente alla musica. Vi sono le partiture del repertorio bandistico, fantasie e trascrizioni di opere e operette, in particolare italiane, risalenti per lo più al periodo 1880/1930. Le finestre sotto le arcate della facciata sono settecentesche mentre il portale risale al Seicento.

CasaBoia

CASA CAPRETTI

Corso Persiani, 60/A

 

Detta comunemente "Casa del Boia", risale al XIV secolo. Interessanti le finestre in cotto dei piani superiori.

Bastioni

BASTIONI

Via Cesare Battisti

 

Torri cilindriche erette nella prima metà del XV secolo, ai tempi degli Sforza. Ai piedi delle mura si estende l'area dell'antico "gioco del pallone" , ora trasformato in campi da tennis e parco giochi; qui vinse il giocatore a cui il Leopardi dedicò nel 1821 l'ode «A un vincitore nel pallone». Vastissimo si apre il panorama sulla zona costiera, da una terrazza sovrastante le mura.

 

CASE QUATTROCENTESCHE

Via Falleroni dal n° 23 al n°37


Gruppo di case costruite sui resti di un portico ad archi leggermente acuti con fregi in terracotta risalenti al XV secolo. Era la Loggia dei Mercanti, di costruzione medievale, dove venivano esposte le merci al tempo della celebre fiera.

FalleroniDettagli

EDIFICIO SETTECENTESCO

Via Falleroni, 56-58-60


Edificio del XVII secolo con facciata stile impero, mascheroni e grifi in terracotta. A progettare la costruzione fu l'architetto Tommaso Brandoni.

Vcm

VILLA COLLOREDO MELS

Via Gregorio XII


Di impianto medievale, l'edificio assunse la fisionomia di palazzo, e villa insieme, verso la fine del Cinquecento, divenendo oggetto di continue trasformazioni nel corso dei secoli, fino a ottenere l'aspetto attuale in epoca neoclassica, quando l'architetto Leopardi ne disegnò la facciata; l'intonaco, poco usato nelle architetture recanatesi, assurse qui al compito di copertura per le precedenti stratificazioni. Dall'estate del 1998 la Villa è sede della Pinacoteca Comunale. Una parte delle cantine, la zona più antica della villa, risalente al XV secolo, è occupata dagli studi di registrazione Màlleus e dall'Antica Bottega Amanuense dello stesso Màlleus, unico Scriptorium esistente in Italia e il maggiore in Europa. Verso il lato posteriore dell'edificio si apre il parco a più piani, con percorsi attraenti tra il verde intenso di alberi ad alto fusto e vegetazione abbondante. Una zona del parco era un tempo destinata a cimitero degli ebrei mentre fino a pochi anni fa è stata sede dello zoo di Recanati. Oggi il parco ospita il WWF e il CEA (Centro Educazione Ambientale) del Ministero dell'Ambiente.

PortaDuomo

PORTA ROMANA

Via Porta Romana


Detta anticamente di Santa Margherita. La trasformazione ideata dagli architetti Masserini e Brandoni, ha incorporato nella sovrastruttura la merlatura ghibellina, demolendo il corridoio di difesa che l'univa alla guardiola presso casa Monti.

ExCasaGigli

EX CASA GIGLI

Via Piaggia di Castelnuovo, 22


Edificio signorile del XVII secolo che ha visto venire alla luce, il 20 marzo 1890, il celebre tenore recanatese Beniamino Gigli.

CasaGigli

VILLA BENIAMINO GIGLI A MONTARICE

(Edificio Privato)


Al confine dei tre Comuni, a quattro chilometri dal mare Adriatico, ad altrettanti dal Santo Colle di Loreto e a sei chilometri dall'Infinito Leopardiano, svetta come una bianca vela la villa di Beniamino Gigli. L' indimenticato tenore, affermatosi definitivamente in terra americana tra gli anni '20 e '30, diede incarico al fratello Catervo, professore di Belle Arti e all'architetto Florestano di Fausto di edificare una villa in cima al colle dove non erano che pietre arse e piante selvatiche. Di Fausto, notissimo per i piani regolatori e le opere eseguite a Rodi, Tirana, Il Cairo, Tunisi e Ankara. eresse una vera reggia in stile liberty con circa 60 locali, alcuni molto fastosi come la hall, il salone delle feste, il coro liturgico, la galleria. Vi sistemò numerose stanze per gli ospiti, una stanza in stile cinese, un fumoir con sala da gioco, il tinello rustico, una graziosa Cappellina dedicata alla Vergine, abbellita da vetri cromatici e da arredi in stile veneziano. Più di 20 sono le sale da bagno e fra esse merita una particolare attenzione quella creata in stile pompeiano con una piccola piscina all'interno. In cima alla villa spicca una torretta dove venne collocato il giardino d'inverno con decorazioni, stucchi e animali impagliati. Imponenti e un poco misteriosi i servizi posti nel piano interrato. I mobili e tutti gli arredi furono forniti dalla celebre ditta palermitana Ducrot, la stessa che provvide ad arredare il transatlantico REX. Le decorazioni pittoriche sono del pittore e xilografo marchigiano Adolfo de Carolis; questi, allievo di Giovanni Costa e frequentatore del gruppo In Arte Libertas, ricevette da essi ispirazione decorativa a sfondo preraffaelita, la base del suo stile artiustico. A ponente della villa è posta una grande fontana ornata da statue di bronzo rappresentanti le Sirene che interrompono il loro canto perché ammaliate dalla voce di Beniamino; l'opera è di Catervo Gigli. Il parco si stende su una superficie di circa sei ettari ed è stato sistemato, nello stile del giardino all'italiana, dal floricultore romano Angelo Galimberti. La villa non è attualmente visitabile poiché di proprietà privata.

castellomontefiore

MONTEFIORE E IL CASTELLO


Tra gli affreschi della Sala del Consiglio di Recanati, alzando gli occhi al cielo, si può ammirare il dipinto raffigurante Il Castello di Montefiore, eseguito nel 1889 dal Tassi di Perugia. Tale opera è testimonianza del quasi millenario legame della Città con la popolazione e i luoghi che furono lungamente contesi dai comuni vicini e in particolare da Osimo e Montefano. Il Borgo fu costruito al confine fra gli insediamenti Longobardi del Ducato di Spoleto e i Bizantini della Pentapoli, sulla sommità di un'altura che domina la parte occidentale delle valli del Musone e del Potenza. Il castello, costruito dai recanatesi alla fine del Duecento, è visibile da Recanati e da tutto il paesaggio circostante, fino al mare, al Monte Conero e ai paesi delle colline che gli fanno da corona. Si ritiene che la Torre, posta al centro del Castello e alta quaranta metri, fosse stata eretta per avvistare e segnalare i pericoli e le aggressioni nell'Età Comunale. La chiesa, dedicata a San Biagio, di cui si ha notizia sin dal 1184, fu eretta a parrocchia nel 1462. Essa superava nel Seicento le 300 "anime"; nell'Ottocento esse erano salite a 703. Le trasformazioni da castello murato a borgo rurale si ritrovano nelle caratteristiche architettoniche che portarono a continui interventi. Finalmente nel 2000 sono stati avviati i lavori di restauro del Castello che non è a tutt'oggi visitabile nell'interno, ma fin da ora Montefiore è meta di ogni visitatore che desideri meglio conoscere le nobili tradizioni di un popolo che conserva memoria delle antiche musiche e danze della "Castellana" e capire la poesia e le bellezze del paesaggio dolce che è tra le valli del Musone e del Potenza, tra il mare e i monti azzurri.